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L'Aquila Film Festival

FESTIVAL DELLE CULTURE

FESTIVAL DELLE CULTURE

ANTEPRIMA
Martedì 4 ottobre
Palazzetto dei Nobili, ore 18:00
LA MIA CLASSE, di Daniele Gaglianone (Italia, 2013, 92 min., Drammatico)

Interviene il regista Daniele Gaglianone e con la presenza del gruppo di lavoro multiculturale del Festival delle Culture.
La mia classe, film drammatico diretto da Daniele Gaglianone, segue le vicende di un attore (Valerio Mastandrea) che veste il ruolo di un maestro di italiano in una classe di studenti stranieri che vogliono imparare la lingua per ottenere il permesso di soggiorno e sentirsi parte della società. Sul set, oltre al protagonista, non ci sono attori professionisti ma tutti interpretano se stessi. Durante le riprese emerge la personalità di alcuni dei personaggi e tutto sembra procedere secondo la sceneggiatura. Improvvisamente, però, accade qualcosa di totalmente inaspettato che mescola finzione e realtà. Sebbene il regista dia lo stop, sulla scena la storia prosegue innescando particolari dinamiche e intrecci tra lo staff e gli interpreti…

Mercoledì 2 novembre
Auditorium del Parco, ore 18:00
Apericoncerto di inizio Festival

Suona l’Orchestra Policulturale di Piazza Palazzo
Servizio food multi-etnico a cura della Comunità 24 luglio

Mercoledì 2 novembre
Auditorium del Parco, Ore 21:00
Feneen, di Giulia Rosco (Italia, 2022, 60 min.)

Intervengono la regista, Jennifer Caodaglio, Frank Sativa e i musicisti dell’Orchestra Policulturale di Piazza Palazzo

Feneen è un viaggio nella realtà urbana musicale contemporanea senegalese. Un racconto nato dall’incontro tra il producer italiano Frank Sativa e i rapper Leuz Diwane G, senegalese, e F.U.L.A., italo-senegalese, che ha dato vita alla genesi di una canzone, un videoclip e un documentario omonimi. Il documentario approfondisce l’attuale scena musicale e urbana di Dakar per creare un ritratto complesso e inaspettato del forte e rigoglioso movimento culturale urbano della città, contesto imprescindibile per lo sviluppo di una coscienza civica critica e consapevole tra i giovani, ma anche terreno estremamente fertile di concrete opportunità di impiego all’interno di un’industria nascente.

Giovedì 3 novembre
Palazzetto dei Nobili, ore 18:00
I senza nome, di Francesco Paolucci (Italia, 2022, 30 min.)

Nel cimitero dell’isola di Lampedusa sono sepolti, insieme agli abitanti, anche i migranti morti in mare nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Europa. Lapidi senza nome, solo la data di morte e qualche indicazione sulla probabile origine. Modou Lamin è un ragazzo partito dal Gambia con il sogno di fare l’artista. Ha fatto quel viaggio ed è riuscito ad arrivare in Italia, dove vive e lavora da sei anni. è tornato a Lampedusa per dare una dignità, attraverso la sua arte, alle lapidi dei senza nome.
Un viaggio in un luogo che sta diventando, nonostante tutto, simbolo di integrazione, resistenza e memoria collettiva attraverso le voci di Modou Lamin e delle persone che, insieme a lui, si prendono cura del ricordo di questi esseri umani senza identità.
Prodotto da Fondazione Barba Varley ETS

segue l’inaugurazione della
Mostra “I Senza Nome”: Foto di Andrea Mancini, Elaborazione artistica di Valentina Equizi
La mostra si compone di una serie di scatti che fanno parte di un reportage sul cimitero di Lampedusa sui quali è stato realizzato un intervento artistico. Il dialogo tra questi due linguaggi – grafico efotografico – vuole amplificare un racconto che risulta essere urgente, dando spazio a molteplici letture e interpretazioni. Gli spazi della mostra diventano uno luogo di condivisione, attraverso il quale porsi domande, più che cercare risposte, per interrogarsi sul momento storico che tutte e tutti viviamo.

Fine della mostra 6 novembre 2022.

Giovedì 3 novembre
Palazzetto dei Nobili, ore 21:00
Uno sguardo sul Sudamerica: Sebastian Alvarez, la città di Brasilia e le miniere di Cerro de Pasco in Perù

Interviene Sebastian Alvarez
L’artista interdisciplinare e regista Sebastian Alvarez (Perù-Brasile-USA) rifletterà pubblicamente su aspetti della sua vita e pratica artistica in relazione alle qualità fisiche di buchi, cumuli e crepe, nonché agli effetti psicologici e socio-ambientali che hanno in le nostre vite. Utilizzando aneddoti personali ed estratti di film precedenti e futuri (in Brasile e Perù), Alvarez esaminerà i pericoli dell’estrattivismo, dell’accumulazione per espropriazione e delle vecchie promesse tecno-utopiche in cui siamo stati immersi.
Saranno proposti estratti di due lavori di Sebastian Alvarez, A Machine to Live In (Brasile) e Ogni abisso è una montagna (titolo provissorio – Perù)

Venerdì 4 novembre
Auditorium del Parco, ore 18:00
LA TRAVERSÉE, di Florence Miailhe (Francia, Repubblica Ceca, 2022, 84 min., Animazione)

Un piccolo villaggio saccheggiato nella notte, una famiglia costretta a fuggire. I due figli più grandi, Kyona e Adriel, vengono separati dai propri genitori e affrontano soli la strada dell’esilio. Iniziano quindi un viaggio eroico che segna per loro il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, alla ricerca di ospitalità e tranquillità, nella speranza di trovare un rifugio e la loro famiglia. Attraversando un continente diviso da guerre e persecuzioni dei migranti, i due coraggiosi fratelli sopravvivono a sfide incredibili, prima di raggiungere un nuovo mondo, finalmente liberi.

Venerdì 4 novembre
Auditorium del Parco, ore 21:00
Le Dame del mondo: incontro con Kawsar Abulfazil e Adriana Carolina Pinate
Immagini e racconti dall’Afghanistan e dal Venezuela

Venezuela
Dal paese dei sogni al ricordo di un paese
Un viaggio attraverso aspetti sconosciuti di uno dei Paesi che in passato ha rappresentato per molti la terra dei sogni e che oggi rappresenta un ricordo per chi la lascia. Il Venezuela oggi vive il secondo esodo più grande al mondo,il più grande mai avuto nella storia delle Americhe. In questo racconto, vedremo come l’arte, la cultura e la musica possano essere una forma di riscatto e come esse siano di aiuto nello sviluppo umano e personale delle nuove generazioni; esemplare l’esperienza dell’orchestra sinfonica infantile di Jose Antonio Abreu.

Afghanistan
Un Paese con due volti
L’Afghanistan dei due volti, il regime e le bellezze di un Popolo e dei suoi paesaggi da fiaba

Sabato 5 novembre
Auditorium del Parco, ore 18:00
Bangla, di Phaim Bhuiyan (Italia, 2019, 84 min.)

Intervengono Phaim Bhuiyan e i ragazzi del Festival delle Culture
Cosa vuol dire per un giovane di vent’anni, italiano di seconda generazione e musulmano, vivere in un mondo spesso così lontano dai precetti dell’Islam, soprattutto per quanto riguarda la sfera relazionale e sessuale? Cosa accade quando il desiderio bussa alla sua porta? Bangla racconta la storia di Phaim un giovane musulmano di origini bengalesi nato in Italia 22 anni fa. Vive con la sua famiglia a Torpignattara, quartiere multietnico di Roma, lavora come stewart in un museo e suona in un gruppo.

Sabato 5 novembre
Auditorium del Parco, ore 21:00
Be my voice, di Nahid Persson (Svezia, 2021, 90 min.)

Intervengono Homayoun Effati, Daniela De Nuntis e i rappresentanti della Comunità iraniana dell’Aquila, in un’analisi dell’Iran di oggi e dei diritti delle donne
Be my voice racconta la vera storia di Masih Alinejad, giornalista e attivista, che per milioni di donne iraniane rappresenta l’esempio alla ribellione contro l’hijab forzato. Masih Alinejad, che oggi si trova negli Stati Uniti ed è costretta a vivere sotto protezione, lotta da anni contro ogni limitazione dei diritti civili, per il rispetto delle donne del suo paese d’origine. La coraggiosa e determinata giornalista guida uno dei più grandi atti di disobbedienza civile nell’Iran di oggi e usa la sua libertà in esilio per dare voce alla protesta nel suo paese d’origine. Attraverso l’uso dei social racconta la propria battaglia ed è seguita da milioni di persone.